mercoledì 21 marzo 2018

Kevin e Jacqueline


I tedeschi sono ossessionati dai nomi: la quantità di nomi che si trovano in Germania è incredibile, tranne che i nomi più classici è raro trovare molte persone con lo stesso nome. E con la globalizzazione hanno perso il controllo: scelgono nomi stranieri, adattano parole straniere e a volte sembra che uniscano lettere scelte a caso per ottenere un nome nuovo, originale e "bello".

Però c'è di più. Per i tedeschi ci sono nomi che condannano i bambini ad essere discriminati. Kevin e Jacqueline sono i più rappresentativi, ma anche Justin e Marvin per i bambini e Chantal e Mandy per le bambine finiscono per essere una condanna per i piccoli.

Può sembrare che stia esagerando, ma è la verità. C'è anche una ricerca della Università di Oldenburg que lo conferma: le maestre e i professori discriminano i bambini con questi nomi, li giudicano meno capaci e più problematici e i bambini con questi nomi che arrivano all'università e la concludono sono l'eccezione.

Uno dei primi consigli degli amici tedeschi dopo aver saputo che qualcuno è in attesa di un figlio è infatti proprio quello di evitare questi nomi.

Questa assurdità si riassume in uno dei commenti più famosi apparso nella ricerca di cui sopra:

"Kevin non è un nome, è una diagnosi"

C'è anche l'altra faccia della medaglia ovvero che ci sono nomi che facilitano la vita ai bambini: Alexander, Maximilian o Simon e alle bambine: Charlotte, Sophie e Nele.

Non lo so, mi sembra così assurdo che una nazione intera possa discriminare a bambini e adulti solo per il nome, però ora lo sapete, attenzione con i nomi.
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